Chi sono
Alessandro Settenvini
Lo Sguardo Dietro l'Obiettivo
Sono un fotografo con base tra Schio e Vicenza, ma la mia macchina fotografica è uno strumento che mi porta ovunque ci sia una storia da raccontare. Ho studiato fotografia e da sempre la considero il mio linguaggio. Mi piace pensare che il mio lavoro sia un continuo dialogo tra ciò che vedo e ciò che sento, un modo per dare forma all'invisibile e far parlare le immagini.
Nei miei progetti personali, non seguo formule predefinite. Mi interessa esplorare le sfumature della sensibilità, le contraddizioni che ci circondano, e giocare con le metafore per rivelare le dinamiche nascoste. A volte, un pizzico di ironia è l'ingrediente segreto per mostrare la realtà da un'altra angolazione. Le mie ispirazioni spaziano dal neoclassicismo alla pop art, spesso mescolando queste correnti in un modo tutto mio. Un ritratto, per me, non è solo un volto, ma una conversazione.
Quando passo al real estate, la storia è diversa. Qui la precisione è fondamentale. I miei studi di architettura e una profonda passione per l'arredamento mi permettono di avere una comprensione acuta degli spazi. Vedo geometrie alla Mondrian o atmosfere alla Edward Hopper, e il mio obiettivo è catturare l'essenza di un luogo, trasformandolo in un invito visivo.
Tra Immagini e Storie Vere
In questi anni ho avuto la fortuna di spaziare molto: dal ritratto alla moda, dalla fotografia aziendale al food, fino al fotodocumentarismo. Questa varietà, unita ai master di specializzazione alla Kaverdash di Milano, mi ha fornito una prospettiva ampia e una solida base tecnica.
Il mio lavoro è stato pubblicato su riviste internazionali come Elegante Mag (USA) e Less Mag (Norvegia), e ho ricevuto una menzione d'onore ai Monochrome Awards nella sezione ritratto. Al di là dei riconoscimenti, ci sono state esperienze che mi hanno segnato profondamente e che considero parte integrante del mio percorso.
In Bolivia, ho fotografato per l'ONG Women for Freedom, documentando la drammatica realtà della tratta di esseri umani. E in Cile, ho vissuto e raccontato con la mia macchina fotografica le proteste civili del 2019/2020, un periodo intenso e doloroso per i diritti umani. Queste esperienze non sono solo parte del mio portfolio, ma del mio percorso umano.
Credo che la fotografia sia una questione di connessione. Per questo, nel mio lavoro, mi piace instaurare un rapporto di fiducia e rispetto. Sono una persona alla mano e preferisco dare del tu: in fondo, le foto migliori nascono quando c'è un'autentica empatia.